Che il rifugio non sia solo una meta, ma un luogo che ti aiuti a raggiungere la tua prossima destinazione.
Questa è la nostra visione del rifugio: un luogo di tutti e di presidio della montagna, di condivisione di racconti, di ristoro e di riposo. Lo Scarpa per noi è il posto ideale dove mettere in pratica questo e dove creare una realtà di montagna che sia ancora autentica.
Desideriamo mettere a disposizione della Comunità Montana di Agordo e di tutti coloro che amano questo Rifugio la nostra passione, competenza ed energia per mantenere vivo e in salute questo posto meraviglioso, far trovare sempre un buon pasto caldo e tanta amicizia.
Per tutti gli alpinisti ed escursionisti che non conoscono la zona e non hanno mai sentito parlare del Rifugio Scarpa, ci piacerebbe far conoscere l’Agner, le montagne circostanti, far assaggiare le specialità locali, consigliare percorsi, raccontare le storie della tradizione coinvolgendo chi nel tempo ha dedicato passione e amore a questo luogo meraviglioso.
I gestori, Alessandro e Lucia
La storia del Rifugio Scarpa
Il Rifugio deve il suo nome originario "Scarpa - Gurekian” al proprietario, il pittore veneziano Enrico Scarpa, e all’ingegnere Ohannes Gurekian, che qui si conobbero, legati dalla grande passione per la montagna.
Il 12 settembre 1912 Enrico Scarpa (1891-1935) rese agibile lo chalet utilizzandolo come studio privato e dedicandolo alla figlia, nata dal matrimonio con la nobildonna Itala Teresa Casari. Alla morte del padre la figlia trasformò lo chalet in un primo rifugio, ristoro per escursionisti.
L’ing. Gurekian, scampato al genocidio degli Armeni, dopo un periodo di studio ad Asolo (TV) trovò ospitalità a Frassenè Agordino e in breve tempo se ne innamorò. Qui vi fondò la prima Pro Loco d’Italia e successivamente divenne presidente della sezione CAI di Agordo progettando le opere alpine ai rifugio Carestiato, Duran nonché la ristrutturazione ed ampliamento del Rifugio Scarpa.
Negli anni sessanta divenne di proprietà della sezione del CAI di Agordo, che lo adattò a rifugio a seguito di idonei e successivi interventi di adeguamento e ampliamento.
In questi ultimi anni la Sezione Agordina del CAI ha sempre creduto nelle potenzialità del rifugio, investendo con attenzione tutte le risorse possibili del suo bilancio, oggi come cent’anni fa.
Tratto da uno scritto di Giorgio Fontanive
Curiosando qua e la….